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Italia tra periferie e riscatto

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Biennale Architettura: il Padiglione Italia della prossima mostra di Venezia si intitola “Taking care”. Gli ideatori: progettare per il bene comune riduce esclusione e marginalità.
Architettura come servizio alla comunità, attenzione agli individui, attenzione agli spazi, ai luoghi e alle risorse. Ecco la spinta propulsiva che ha portato alla creazione del Padiglione Italia dal titolo: «Taking care», sottotitolo, Progettare per il bene comune, che sarà aperto per la 15. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, presentata (lunedì 4 aprile) a Roma. «Un’architettura che faccia la differenza» è il proposito di TaMassociati, il team curatoriale dell’edizione 2016 del Padiglione, composto da Massimo Lepore, Raul Pantaleo e Simone Sfriso. «Un’architettura partecipata e intelligente, in grado di scardinare gli status quo e di immaginare un futuro migliore». Un progetto proposto alla Biennale Architettura 2016 con l’intenzione di radicarsi e riprodursi al di fuori di essa, per generare una nuova consapevolezza civica. Un’architettura al servizio del bene comune sociale, baluardo contro le frontiere create da marginalità ed esclusione.
Un progetto molto apprezzato dal Ministro Dario Franceschini, ospite alla presentazione assieme al presidente della Biennale Venezia Paolo Baratta. E proprio il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha sottolineato quanto questo procedere per il bene comune debba interessare soprattutto le periferie, in quanto rappresentano «la vera sfida del XXI secolo, luoghi in cui vive lavora e sogna la grande maggioranza degli abitanti delle nostre città. Organizzare questi spazi, connetterli ai grandi flussi metropolitani rispettandone le identità, restituire loro bellezza e armonia è il grande ruolo che gioca l’architettura in questo contesto». Politiche perciò, volte a sostenere processi virtuosi di riqualificazione.
Il tema di Biennale Architettura 2016 è stato scelto dal Direttore artistico Alejandro Aravena, proprio perché indagasse la necessità di comprendere in un unico insieme, l’architettura con la qualità della vita delle persone. E infatti il presidente Baratta avverte: «Abbiamo temuto che l’architettura rischiasse di non avere altre alternative, oltre a quella della realizzazione di interventi spettacolari o di bricolage. Questa Biennale vuol dirci che l’architettura è partecipe di una grande finalità: dar forma allo spazio comune».
All’interno del Padiglione Italia, venti progetti di studi italiani in cui si evidenziano differenti approcci. La selezione spazia in campi come l’abitare, il lavoro, la salute, l’istruzione, la cultura e valorizza il rapporto con la committenza, pubblica o privata, associativa o civica. Nel percorso espositivo, una rassegna di scatti fotografici e cinque progetti inediti realizzati in un lavoro congiunto tra progettisti e associazioni nazionali impegnate nel contrasto alla marginalità in aree periferiche del Paese.

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