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It Follows

di David Robert Mitchell. Con Maika MonroeKeir GilchristJake WearyOlivia LuccardiDaniel Zovatto USA 2014

Nella periferia di Detroit, una ragazza, Annie (Bailey Spry), entra ed esce terrorizzata da casa, poi fugge con la macchina e, dopo che ha telefonato al padre (Loren Bass), la troviamo morta con la gamba spezzata in modo innaturale sulla spiaggia. Jay Height (Monroe) va al cinema con il suo ragazzo Hugh (Weary) ma lui dopo poco la riporta a casa, spaventato da una donna che solo lui ha visto. Pochi giorni dopo, loro due in macchina fanno l’amore per la prima volta e, alla fine, lui prima la cloroformizza e poi la porta legata su di una sedia a rotelle in un palazzo diroccato, dicendole che così facendo le ha passato la propria maledizione ed ecco apparire dal nulla un’ inquietante donna nuda che lentamente va verso di lei. Hugh la slega e la scarica, svenuta,davanti a casa. Qui i suoi genitori (Ele Barda e Debbie Williams) e l’agente venuto a raccogliere la denuncia stentano a credere a quella strana storia, mentre la sorella minore Kelly (Lilly Sepe) e gli amici Yara (Luccardi) e Paul (Gilchrist) le promettono di starle vicino ed aiutarla. L’indomani a scuola, Jay deve scappare da una vecchia (Ingrid Mortimer) in camicia da notte che le si fa incontro. La notte i ragazzi dormono da lei e, all’improvviso, in cucina le appare una ragazza (Alexyss Spradlin) seminuda che fa la pipì sul pavimento e, quando scappa in camera sua, la porta viene sfondata da un gigante magrissimo (Mike Lanier). Lei scappa nel parco e viene raggiunta dagli amici e da Greg Hannigan (Zovatto), il giovane vicino di casa. Insieme decidono di andare nella casa di Hugh per chiedere spiegazioni ma trovano una catapecchia diroccata, dove, però, apprendono che il vero nome del ragazzo è Jeff Redmond. Lo rintracciano e lui spiega a Jay che la sua maledizione è cominciata con un rapporto occasionale con una ragazza e che non si sente sicuro perché, anche se lo ha passato a lei, non è completamente immune e che se lei fosse uccisa da uno dei persecutori, il maleficio tornerebbe a lui; la mette, inoltre, in guardia: gli inseguitori possono prendere anche la forma di qualcuno che le vuole bene. I ragazzi scappano in una villetta al mare della famiglia di Greg ma anche qui nuove terrorizzanti presenze si materializzano. Jay perde la testa e scappa con la macchina ma sbanda e finisce in ospedale con qualche contusione. Qui Greg, che non ha paura ed è un gran dongiovanni, fa l’amore con lei. Ora la maledizione dovrebbe essere arrivata a lui e, infatti, una notte lei distingue un’ombra che entra dalla finestra della casa dei vicini e si precipita ad avvertirlo del pericolo ma, quando sta per arrivare nella sua stanza, vede la signora Hannigan (Leisa Pulido) che bussa alla porta del figlio e che, quando lui apre, fa un balzo e lo uccide. La maledizione è tornata da lei e i ragazzi hanno un piano: vanno nottetempo nella piscina comunale, armati di svariati congegni elettrici, lei si tuffa nella vasca e gli altri sono pronti a inserire le spine e a gettarli in acqua non appena un persecutore la seguisse nell’acqua. Eccolo, nella forma del padre di Jay che comincia a bersagliarla con i ferri da stiro, i televisori e tutti gli altri attrezzi, per poi buttarsi in piscina ma con una pistola che si erano portati appresso lo uccidono e la piscina diventa tutta rosso sangue. Tornata a casa Jay accetta l’offerta di Paul, che – da sempre innamorato – le continua a proporre di far l’amore per prendere su di se il maleficio. L’indomani mattina escono tenendosi per mano e qualcuno, forse meno minaccioso, li segue.

L’horror è uno dei generi più vecchi della storia del cinema e, non a caso, tra i primi divi dello schermo troviamo il re del genere Lon Chaney (Il fantasma dell’Opera, Lo sconosciuto, La serpe di Zanzibar), padre del primo, ineguagliato Uomo lupo, Lon Cheney jr, D’altronde, il primo Novecento aveva visto il trionfo del Teatro del Grand Guignol, regno di drammi sanguinolenti, che aveva avuto rapidamente epigoni in tutta Europa – in Italia la compagnia Sainati (“Sai i morti!”, diceva Petrolini). In tempi più recenti studiosi di psicologia del profondo hanno individuato nella natura onirica della fruizione dei film la radice della sua forza espressiva e cosa è più simile ad un incubo di un film horror? Negli anni settanta/ottanta, in non casuale coincidenza con la conquistata libertà sessuale dei giovani, si sono affermati alcuni grandi autori, Tobe Hopper, John Carpenter, Wes Craven e Sean Cunningham che hanno dato vita a splendidi filoni adolescenziali del genere: rispettivamente Non aprite quella porta!, Halloween, Nightmare e Venerdì 13 , tutti – soprattutto l’ultimo – incentrati su mostri che, prevalentemente, colpiscono ragazzi che si appartano a fare sesso. Mitchell, che è un giovane cinefilo – lo dimostrano le citazioni di due b/movies-chicche: Guerra tra i pianeti di William Lee Wilder (fratello del grande Billy) e Voyage to the Planet of Prehistoric Women, ingenua opera prima di Peter Bogdanovich – fa del sesso tra ragazzi la causa scatenante dell’orrore e, con pochissimi effetti, riesce, riprendendo splendidamente la periferia di Detroit, a creare angoscia quasi dal nulla. D’altronde, (il tirchissimo e geniale Roger Corman e il miracoloso Mario Bava insegnano) il grande horror è fatto di atmosfere e di sospensioni che si ottengono meglio con pochi mezzi che con gigantesche baracconate che spezzano la suspense. Aiutano – e non poco – le stranianti musiche di Disasterpeace.