Gli autobus in periferia, tra mezzi rotti, pezzi di ricambio che mancano e passeggeri costretti a lunghe attese per le corse saltate. È un quadro desolante quello che dipinge Micaela Quintavalle, presidente del sindacato Cambia-menti M410. Mentre secondo l’assessore ai Trasporti Guido Improta l’evasione sui mezzi arriva al 40 per cento. “Nelle zone meno centrali  –  spiega la sindacalista  –  circolano due tipi di autobus: da 8 e da 12 metri. Atac voleva cambiare i primi per rinnovare tutto il parco vetture, ma alla gara si è presentata una sola impresa in contenzioso con la stessa azienda. Così si è passati dai mezzi più piccoli a quelli da 12 metri che però in alcune strade periferiche hanno difficoltà a circolare”.

Il deficit dell’Atac non permette assunzioni di meccanici, e così i mezzi rotti rimangono tali e mancano anche i pezzi di ricambio anche per i bus più grandi. “La settimana scorsa  –  spiega ancora Quintavalle  –  su un totale di 2.266 bus da 12 metri, potevano uscirne 1.590. Il 30 per cento dei bus era inutilizzabile”. Va anche peggio nel caso degli mezzi da 8 metri, più vecchi, che operano su linee come il 711 e il 228, oltre a circolari come il 115: l’Atac ne ha 157, tra i depositi di Acilia, Grottarossa, Magliana, Portonaccio e Tor Vergata, e la settimana scorsa appena 70 (il 44 per cento) erano in grado di circolare. E, con i mezzi rotti, le corse saltano, gli utenti attendono a lungo e capita anche che gli autisti si ritrovino con le mani in mano nei depositi perché non hanno bus da guidare.Poi ogni linea ha i suoi problemi: “La 054 è tra le più delicate della città  –  dice ancora la sindacalista  –  perché il capolinea di Pantano, in corrispondenza della Metro C, è lasciato in balia di se stesso e, siccome quotidianamente le vetture si rompono, le attese la settimana scorsa sono arrivate a 110 minuti. Così i passeggeri se la prendono con gli autisti. Le aggressioni sono frequenti”. Una situazione desolante, ma Quintavalle indica una ricetta: “In Atac è urgente assumere nuovi meccanici”.

A risponderle è indirettamente Improta: “Stiamo aumentando i controlli sui bus, è un lavoro lungo e complesso  –  ha detto ieri a Radio Roma Capitale  – . Ci siamo posti la domanda se si debba prima potenziare i mezzi pubblici, invogliando i romani a pagare per un servizio più efficiente, oppure combattere e debellare la piaga dell’evasione, e poi intervenire sul miglioramento del servizio. È complicato perché abbiamo una percentuale di evasori che oscilla tra il 10 e il 40%. Questo dimostra che il problema non riguarda solo gli stranieri ma anche molti romani che non pagano il biglietto”. L’assessore lancia anche un monito sul prolungamento della Metro C: “Il cronoprogramma dice che entro la pausa estiva dobbiamo arrivare a Lodi. Lo dico chiaramente: se non arriviamo a Lodi entro i tempi stabiliti, non ci sarà pausa estiva. Quindi credo convenga anche alla società che lavora consegnare la tratta in tempo”. E, aggiunge l’assessore, con la delibera sugli aumenti dei permessi Ztl è diminuito lo smog e sono scesi i tagliandi: “Sono 7 mila in meno”.