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Finanza Sociale. On line la prima guida dedicata al tema

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Presentato lo stato dell’arte di un settore di mercato che entro il 2020 potrebbe valere 250 miliardi di euro.

È stato presentato oggi mercoled’ 25 marzo, in occasione dell’evento “Finanza a impatto sociale. Prospettiva a portata di mano?”, il Quaderno “Introduzione alla Finanza Sociale”, curato da Fondazione Sodalitas. La pubblicazione è la prima Guida italiana agli strumenti di Finanza Sociale – dai più tradizionali ai più innovativi – che mette a disposizione degli operatori del sociale, della finanza e delle imprese il quadro complessivo delle opportunità disponibili.

La finanza sociale: definizione e contorni di un fenomeno in evoluzione
Si definisce “a impatto sociale” quella finanza “che sostiene investimenti legati ad obiettivi sociali misurabili in grado, allo stesso tempo, di generare un ritorno economico per gli investitori”: un ambito di attività che può mettere a disposizione risorse finanziarie a progetti in grado di soddisfare gli investitori, generando benefici sociali misurabili, raggiungendo, al contempo, una redditività del capitale.

Regno Unito, Stati Uniti, Australia e Canada sono i Paesi più all’avanguardia nell’impact investing: gli investimenti ad impatto si stanno rivelando contesti fertili per la costruzione di partnership pubblico-privato di tipo innovativo, in cui il risparmio ottenuto dal settore pubblico nel conseguimento dell’obiettivo sociale viene ripartito tra pubblico e privato e rappresenta la fonte di remunerazione dell’investitore.

In Italia, nonostante la finanza sociale vanti una lunga storia – da far risalire alle esperienze delle istituzioni mutualistiche, delle casse di risparmio, delle banche di credito cooperativo e delle fondazioni bancarie – il fenomeno nelle sue connotazioni più attuali è in fase nascente.
La spesa pubblica nazionale per protezione sociale ammonta a 432 miliardi di Euro, pari al 56% della spesa pubblica corrente complessiva. Ma – al netto della spesa per pensioni e per la sanità (rispettivamente il 61% e il 24%) – solo 63 miliardi di Euro, pari al 15% della spesa per protezione sociale, sono dedicati a settori come invalidità, sostegno alle famiglie, housing ed esclusione sociale. (ISTAT, Conti ed aggregati economici delle Amministrazioni Pubbliche, 2013).
Il Rapporto della Social Impact Investment Task Force arriva a stimare che il gap tra bisogni sociali e spesa pubblica, per il periodo 2014-2020, potrà raggiungere i 150 miliardi di euro.
È dunque in questo specifico contesto di bisogni che si sta strutturando la finanza sociale italiana: un numero crescente di banche, fondazioni bancarie, intermediari assicurativi, fondi pensione e cooperative sociali sta elaborando nuove tecnologie, nuovi modelli organizzativi e nuovi strumenti di intervento a favore della domanda di assistenza che rischia, in prospettiva, di restare senza risposta. Un mercato, questo, che potrebbe raggiungere entro il 2020 i 250 miliardi di euro.

“È arrivato il momento per il nostro Paese di creare un ecosistema favorevole agli investimenti a impatto e alla finanza sociale” ha dichiar ato Giovanna Melandri, Presidente di Human Foundation e Coordinatore dell’Advisory Board Italiano della G8 Social Impact Investments Taskforce. La crisi ci sta imponendo di ripensare il nostro sistema, non approfittarne per provare a cambiare paradigma sarebbe davvero miope. Nel mondo anglosassone hanno presente da tempo che muovere capitali verso la dimensione sociale genera ricchezza economica, occupazionale, sociale. Pensiamo, per esempio ai Social Impact Bond sperimentati in UK e Stati Uniti. O al radicale cambiamento previsto dal meccanismo del “pay for results” che il Congresso americano sta esaminando. Il lavoro fatto nell’ultimo anno dalla Social Impact Investment task Force, nata in ambito G8 e di cui ho presieduto l’advisory board italiano, può essere prezioso per i policy makers italiani. Bisogna con urgenza lavorare a un nuovo quadro di politiche pubbliche atte a favorire lo sviluppo di una cultura dell’impatto sociale e dell’erogazione di risorse pubbliche collegate a doppio filo ai risultati raggiunti Il Governo non abbia timore dei cambiamenti e mantenga sul tema l’apertura mostrata fin’ora. Si tratta infatti di aprire una nuova stagione nelle politiche di prevenzione, e favorire la nascita di un nuovo protagonismo dell’impresa sociale e degli investimenti ad impatto”.

“Le recenti stime di crescita economica – ha aggiunto Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano – non permettono di pensare che il gap tra bisogni crescenti espressi dalle comunità e risorse pubbliche sempre più scarse per il finanziamento dei sistemi di welfare possa ridursi. Per questo il tempo per dotarsi sia a livello nazionale che comunitario di un ecosistema normativo capace di spingere l’economia sociale stringe. Nel nostro Paese molto si sta facendo per incentivare l’impresa sociale, ma molto si dovrà ancora fare soprattutto sul piano degli incentivi fiscali e della semplificazione burocratica ed amministrativa. A fronte delle difficoltà di finanziamento dei sistemi centralizzati di welfare da parte degli Stati, sappiamo che le organizzazioni orientate al conseguimento di valore sociale sono capaci mobilitare e attrarre risorse, creare ricchezza e posti di lavoro”.

I contenuti del Quaderno Sodalitas “Introduzione alla finanza sociale”
La pubblicazione che Fondazione Sodalitas ha presentato oggi mette a disposizione degli operatori – sia profit che nonprofit, sia finanziatori che fruitori di finanziamenti – ma anche dei non addetti ai lavori un riferimento omogeneo in termini di informazioni e lessico disponibili.
Il Quaderno, nel susseguirsi dei capitoli in cui è organizzato, fa il punto della situazione insistendo sulla necessità, da un lato, di ottimizzare l’utilizzo delle risorse, e dall’altro, di individuare sistemi di finanziamento dei servizi sociali in grado di veicolare risorse aggiuntive per contribuire a colmare il gap esistente.
La riflessione entra poi nel merito degli strumenti di finanza sociale ad oggi disponibili: dal Social Impact Fund al Social Impact Bond, dal Social Bond al Mini Bond, fino al Crowdfunding, alla Microfinanza e al Microcredito.
Fondazione Sodalitas ha organizzato l’evento di oggi e redatto il Quaderno “Introduzione alla Finanza Sociale” nell’ambito di FATTI&EFFETTI, il progetto che diffonde la cultura e la pratica della valutazione dell’Impatto sociale in Italia mettendo in comune le forze e le competenze di diversi stakeholder, tra cui i network nazionali ed internazionali più all’avanguardia.

“L’impatto sociale è un tema di largo respiro e lunga durata” ha dichiarato Maria Teresa Scherillo, Consigliere d’Indirizzo di Fondazione Sodalitas. E sta diventando un movimento carico di energia, un network in costante espansione di organizzazioni diverse e persone che guardano al futuro con generosità e ottimismo: una grande opportunità per generare, oggi, nel mondo dei servizi, un salto di paradigma analogo a quello rappresentato, negli anni ’80, dal Movimento per la Qualità Totale nel manufacturing. Attraverso il programma FATTI&EFFETTI, che abbiamo avviato nel 2012, intendiamo continuare ad alimentare questo processo sviluppando iniziative di confronto e coinvolgimento, formazione e apprendimento. Siamo convinti che solo un concorso plurale e multistakeholder permetta di armonizzare i mezzi con i fini, individuando gli impatti e gli obiettivi che vogliamo realizzare, e disegnando insieme il percorso per raggiungerli”.

I protagonisti del dibattito nazionale
Come emerso dall’analisi di Fondazione Sodalitas e dai lavori della Social Impact Investment Task Force, aprire il sociale alla finanza e la finanza al sociale potrà favorire l’innovazione necessaria nelle risorse e nelle soluzioni per affrontare i temi della povertà, della disuguaglianza e dell’esclusione.
Il dibattito è aperto e sono numerose, anche in Italia, le esperienze pionieristiche cui fare riferimento.

Banca Prossima per esempio, nata nel 2007, è il primo esempio italiano di banca dedicata esclusivamente al sociale, nel cui contesto sono state avviate iniziative e proposte innovative. Una su tutte Terzovalore.com, la piattaforma web dove le Organizzazioni Nonprofit, clienti di Banca Prossima, possono presentare progetti a finalità sociali e rivolgersi al “pubblico” per raccogliere, nelle forme del prestito e del dono, le risorse finanziarie necessarie alla loro realizzazione. Al 10 aprile 2014 sono stati pubblicati progetti per 8,7 milioni di euro raccogliendo prestiti per 3,65 milioni di euro da 837 prestatori e 638 mila euro da 102 donatori.

UBI Banca è invece capofila nel settore dell’investimento sociale, con numerose obbligazioni già emesse. I Social Bond collocati da UBI Banca fino a marzo 2015 sono stati 62 per un controvalore di oltre 650 milioni di euro: i contributi a titolo di liberalità sono stati pari a oltre 3,2 milioni di euro. I Social Bond sono stati sottoscritti da circa 24.000 clienti del Gruppo UBI.

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