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Ex residence Roma: giù l’ecomostro al via riqualificazione del quartiere

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Il progetto di recupero che entro marzo prenderà il via, è denominato «Corti Romane» e prevede oltre agli appartamenti, una palestra, un centro anziani, un polo culturale e un asilo nido. La Valle dei Casali sarà restituita ai residenti della zona

Ormai manca poco e con il nuovo anno, i residenti di Bravetta potranno finalmente assistere alla demolizione dei cinque palazzi dell’ex «residence della vergogna» al civico 415. Un progetto chiaro che punta a riqualificare non solo l’ecomostro abbandonato da anni, ma tutto il quartiere a partire proprio dagli spazi verdi della vicina Valle dei Casali, sulla quale si affacciano i cinque scheletri in cemento. Novanta mila metri cubi di area del costruttore Mezzaroma che, almeno sulla carta, saranno restituite alla cittadinanza con appartamenti ecosostenibili e servizi pubblici che oggi mancano nel quartiere.

L’ex residence Bravetta
L’ex residence Bravetta fu costruito negli anni settanta dal gruppo Mezzaroma e nel 1982 divenne sito da dedicare all’accoglienza temporanea per far fronte al problema del disagio abitativo dal Comune di Roma. Passata l’emergenza casa, molte delle famiglie furono poi trasferite negli alloggi popolari definitivi e il residence Bravetta divenne luogo di occupazioni abusive da parte di immigrati, rom e senza tetto che si organizzarono in vere e proprie comunità, spesso in conflitto tra loro. Nel 2007 con l’ordinanza n°59 si decretò lo sgombero del «Residence Roma» e si decise con la delibera 47/2007 firmata in accordo con la proprietà, di destinare parte della struttura a carattere residenziale e utile alla realizzazione di servizi essenziali per il quartiere.

«Corti romane»
Il progetto di recupero che entro marzo prenderà il via, è denominato «Corti Romane» e prevede oltre agli appartamenti, una palestra, un centro anziani, un polo culturale e un asilo nido, spazi comuni collocati in un progetto di massima che ridisegna l’intera zona e che ospiterà forse uffici del municipio e servizi che «non devono morire». Lo spiega in un’intervista a Corriere.it Barbara Mezzaroma che parla di «rigenerazione urbana che deve rivivere» e che purtroppo nella Capitale difficilmente trova spazio. «Negli anni non c’è stato nessuno stop al progetto» spiega Mezzaroma e ribadisce che la responsabilità sull’abbandono dei cinque scheletri in cemento è da attribuire soltanto alla burocrazia lenta che blocca l’attuazione delle convenzioni a Roma. «Ci vogliono cinque anni per una convenzione» continua Barbara Mezzaroma che in ogni caso, si complimenta con la politica locale che oggi, in maniera intelligente, ha deciso di aprire i rapporti con i privati per avviare dialoghi costruttivi.
Piano Valle dei Casali
«In Regione si sta votando il Piano d’assetto di Valle dei Casali» spiega Elio Tomassetti, consigliere del municipio XII, proprio perché parte dei servizi che rientrano nel piano di riqualificazione «Corti Romane» dovrebbero sorgere in un’area che si trova all’interno del perimetro di Valle dei Casali. Solo con l’approvazione del piano d’assetto di competenza della Regione Lazio, la proprietà e il municipio potranno avviare l’iter di recupero dell’intera area, che consentirà l’accesso alla Valle e restituirà quel verde pubblico occultato per anni dietro gli enormi scheletri grigi di cemento.

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