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Dalla frutta sprecata nei mercati nascono borse in “pelle” e oggetti di design

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“Questa borsa è fatta con 23 pesche e 18 prugne”. L’idea di 6 studenti di design di Rotterdam: utilizzando le tecniche dei cuochi per creare decorazioni con la frutta e la verdura hanno creato un nuovo materiale, la “fruitleather” ovvero “pelle di frutta”.
“Questa borsa è fatta con 23 pesche e 18 prugne”. È quanto si legge sull’etichetta del prototipo di borsa realizzata in “Fruitleather Rotterdam” (letteralmente “Pelle di frutta Rotterdam”), il materiale creato da un collettivo di studenti di design della Willem de Kooning Academie di Rotterdam recuperando gli scarti di frutta e verdura. In un solo giorno in uno dei mercati ortofrutticoli all’aperto della città vengono buttati via più di 3.500 chili di frutta e verdura ammaccata, marcia e quindi non più vendibile. Gli ortolani la considerano ‘rifiuto’ e quindi la gettano nei bidoni della spazzatura. “Ma il cibo non è spazzatura, bisogna solo trovargli un nuovo scopo”, dicono Hugo, Koen, Milou, Aron, Bart e Maaike che hanno usato le loro competenze per cercare una soluzione al problema dello spreco di cibo. “E l’abbiamo trovata in un manuale di cucina”, ammettono.
Non buttare, crea. È questo il principio a cui si sono ispirati i giovani designer, impegnati su temi sociali, per realizzare la “fruitleather”. Come hanno fatto? Hanno copiato la tecnica con cui i cuochi creano con la frutta e la verdura le decorazioni per i loro piatti. Una di queste prevede di schiacciare, cuocere e far seccare la frutta per creare fogli commestibili da utilizzare come guarnizione. Producendo questi ‘fogli’ su larga scala, i 6 designer hanno inventato un materiale che può essere usato per creare oggetti, come la borsa. L’obiettivo è “creare consapevolezza sul problema dello spreco di cibo – scrive il collettivo sul sito del progetto – e far capire che esiste una soluzione”. Ora i ragazzi puntano a lavorare insieme alle aziende per migliorare il materiale così da poter ampliare la gamma di prodotti realizzabili.

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