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Dai centri storici alle periferie come difendere e rilanciare le nostre città

Due esempi sul come difendere e rilanciare le nostre città ci vengono da Firenze e Roma.
Firenze con un regolamento, non a caso chiamato Unesco, difende l’identità del suo centro storico con la salvaguardia dei suoi negozi storici.
Roma, con un’apposita legislazione regionale, punta – per tenere lontano i giovani dalla droga nelle periferie – alle palestre popolari.
L’impressione che siamo all’inizio di una nuova politica di salvaguardia dell’anima delle nostre città nasce dalla consapevolezza che – continuando a rendere tutte le città turistiche uguali con le stesse vetrine, gli stessi marchi, le stesse merci – cada il motivo stesso per cui esiste il turismo: la curiosità cioè di vedere e vivere mondi e realtà diversi da quello quotidiano in cui viviamo.
Per cui la difesa di Firenze è difesa del turismo, oltre che dell’identità e della cultura, e quindi difendendo la nostra idea di città difendiamo anche la nostra economia.
L’esperimento di Roma invece punta a contrastare il deserto delle periferie creando dei centri di aggregazione che, abituando i giovani alla competizione e al sacrificio che sono alla base dello sport, li attrezza ad entrare nel duro mondo della vita non attraverso le facili e illusorie scorciatoie della droga e dello spaccio, ma con l’attitudine a misurarsi con le sfide per conquistare un ruolo e un’identità nella realtà.