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Andiamo a quel paese

Stanlio e Ollio in Sicilia

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di Salvatore FicarraValentino Picone. Con Salvatore FicarraValentino PiconeTiziana LodatoLily TirinnanziFatima Trotta Italia 2014

Salvo (Ficarra) vive a Palermo con la moglie Donatella (Lodato) e la figlioletta Adele (Maria Vittoria Martorelli) ma, quando perde il lavoro decide di andare con la famiglia e con l’amico Valentino (Picone), anche lui disoccupato anche se laureato, a Monforte, paese natale di quest’ultimo e di sua moglie. Arrivati in paese, accompagnati dalla malevola curiosità dei locali con in testa il barbiere (Nino Frassica), Salvo e i suoi si accomodano dalla madre di Donatella e Valentino va nell’appartamento accanto, lasciato vuoto dai suoi genitori che sono partiti per la Germania. In paese non trovano certo possibilità di lavoro e Salvo convince l’amico e la moglie ad ospitare tutti loro anziani parenti, facendosi dare, in cambio, la delega per la loro pensione. Le cose cominciano a funzionare ma una serie di disgrazie decimano gli anziani e rimane loro solo la zia Lucia (Tirinnanzi), ancora in buona salute ma, certo, non eterna. Salvo e Donatella, che aspettano un altro figlio, convincono Valentino a sposare la donna, in modo che, in caso di dipartita, possano fruire della reversibilità della sua pensione. Valentino, che ha rincontrato la sua vecchia fiamma Roberta (Trotta) che aveva lasciato per paura di impegnarsi ma che ama ancora, è contrarissimo ma, con la promessa che nessuno in paese saprà nulla, si lascia convincere. Zia Lucia, lusingata, accetta ma ovviamente tutto Monforte è immediatamente aggiornato e prende pesantemente in giro lo “sposino”. L’unico che, come sempre, non sa nulla è il brigadiere Francesco Paolantoni) della locale stazione dei carabinieri, padre di Roberta, sicché quando il nipote di Lucia, Carmelo (Paolo Caldarera) – che fino a poco prima si faceva mantenere dalla zia – denuncia Valentino per circonvenzione, cade dalle nuvole. Salvo e Valentino vengono arrestati ma Lucia, dichiarando un sincero amore per il giovane, li fa liberare. Alla viglia delle nozze la donna scompare e i due la trovano in chiesa a parlare con don Benedetto (Mariano Rigillo) e vengono a scoprire che tra i due c’è una annosa relazione amorosa che il prete non ha avuto il coraggio di portare fino in fondo. L’indomani, durante la cerimonia civile, il sacerdote fa irruzione e dichiara apertamente il proprio amore. E’ quello che i due si aspettavano e Valentino può raggiungere Roberta e, a sua volta, farle una dichiarazione.

Ficarra e Picone, sono al quarto film da registi ed al secondo, dopo Anche se è amore non si vede, senza la co-regia di Giambattista Avellino e confermano le qualità di una direzione non particolarmente riconoscibile ma congeniale alla loro comicità; la sensazione è che, film dopo film, vadano raffinando e consolidando la loro struttura comica: sono sempre più vicini alle modalità di Stanlio e Ollio – Picone timido e imbranato, Ficarra furbo e prepotente – ma hanno sostituito le gag visive con, spesso divertenti, tormentoni e dialoghi al limite tra il surreale e lo stra-italiano. Detto questo – e registrato il meritato buon esito del film – va aggiunto che forse, pur con tutto l’amore per il nostro cinema leggero, l’uscita ogni settimana di una nuova commedia italiana, se da un lato depaupera gli incassi di ciascuno, dall’altro, rischia di stancare il pubblico che (un Giovane favoloso non fa primavera), prevedibilmente, non si indirizzerebbe verso altri nostri generi ma solo verso gli spettacolari titoli stranieri.

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